giovedì 23 dicembre 2010

Buon Natale!

Dopo gli intensi mesi passati, culminati nella gara di New York, a novembre e dicembre ho partecipato a due 10 km, con i tempi di 46'11'' e 43'50'' rispettivamente. Gran caldo! Pper i prossimi mesi la preparazione sarà finalizzata a fare un buon tempo alla mezza maratona di Santiago in programma il 3 aprile, sperando che il caldo non influisca troppo sugli allenamenti.
Buone feste e ovviamente buona corsa a tutti!

mercoledì 17 novembre 2010

My marathon story



Maratona di New York.

Davvero difficile da raccontare con le parole quello che ho vissuto.

Domenica 7 novembre 2010 ho corso la mia prima maratona, la maratona di New York, che passa attraverso tutti e 5 i borough di New York City: Staten Island, Brooklyn, Queens, Bronx e Manhattan.

La sveglia quel giorno è suonata alle 4.30. Abbiamo però avuto un'ora in più di sonno - o meglio un'ora in più per non dormire! - a causa del cambio d'ora.

Alle 5 tutti pronti sull'autobus che dall'hotel ci ha condotto direttamente al villaggio della maratona, vicino a Verrazano Bridge.

Al mio arrivo, prima delle 6, la tensione era già davvero alta. Cerco rifiugo nella tenda per ripararmi dal freddo, ma è già molto affollata. Per passare il tempo, faccio due chiacchiere con un oftalmologo del Tennesee e con un ragazzo della mia città in Italia, Piacenza. Davvero piccolo il mondo! Dopo la lunga attesa per andare in bagno, sono già le 9. E' ora di mettersi in coda per raggiungere i corrals. Dai corrals, ci spostano nella zona della partenza, sulla rampa del ponte. Sono le dieci e qualche minuto. Tutti ci guardiamo e l'emozione è incredibile. Sappiamo che da lì a pochi minuti avrà inizio la nostra avventura.

Il cannone dà il via. Davanti a me vedo migliaia di persone che iniziano a correre, io per ora riesco solo a camminare, ci vorranno circa 2 minuti prima che anche io possa iniziare a correre.

Ci siamo, la maratona è iniziata! Sono fortunato a indossare un pettorale arancione, perchè siamo coloro i quali passeranno sul livello superiore del ponte. Un forte vento e un bel sole mi danno la spinta. Guardando a sinistra vedo i grattacieli di Manhattan, davvero piccoli! Dentro di me penso: "ma devo veramente arrivare fino a lì!?"

In pochi minuti sono a Brooklyn, bellissimo. Incrocio le prime migliaia di persone urlanti. Sorrido e alzo il pollice quando urlano il mio nome, la folla è veramente di grande aiuto.

Non mi accorgo nemmeno che passano quasi 2 ore e mi trovo di fronte al Pulaski Bridge che collega Brooklyn a Queens, esattamente al passaggio della mezza maratona. Mi sento bene e affronto il ponte al mio solito ritmo.

Da qui vedo il mio nemico principale, il Queensboro Bridge e in un paio di miglia mi ci ritrovo dentro. Non c'è nessuno spettataore sul Queensboro Bridge. Solo migliaia di corridori che nel silenzio più assurdo affrontano il punto più difficile della gara. La salita termina e inizia la discesa, così come iniziano le urla delle migliaia di persone in festa che ci danno il benvenuto a Manhattan.

Due brevi curve e sono sulla First Avenue, uno spettacolo unico, musica, urla e un chiasso incredibile che ci accompagna. Vedo i miei genitori, rallento, mi avvicino, li abbraccio, piango. Riparto subito. Un momento della mia vita che non dimenticherò mai.

Adesso sono di nuovo dentro la corsa, solo, nonostante mi trovi in mezzo a tutte le altre migliaia di corridori, supportati da altre migliaia di persone ai lati della strada.

Ed è lì, al miglio 17, a circa 15 km dall'arrivo, che iniziano i crampi. Sale e scende la First avenue, in modo molto più accentuato della prima parte. Le gambe inizio a fare male. E' difficile, ma continuo.

km 32, il Bronx, le gambe fanno davvero male. Per fortuna acqua e Gatorade mi aiutano per qualche centinaio di metri ogni volta che mi idrato e sembra che il dolore si attenui leggermente. Ma la mente è sempre nel pieno delle sue forze.

Penso che costi quel che costi, non devo fermarmi e che a Central Park c'è una medaglia che mi aspetta, VOGLIO quella medaglia!

Rientro a Manhattan attraverso l'ultimo odiatissimo ponte e arrivo ad un altro momento difficile, forse il più difficile insieme al Queensboro Bridge, il km 37. Ho studiato bene il percorso e la Fifth Avenue è dritta, ma c'è oltre un km di salita in questo punto, quando mancano circa 3 miglia alla fine. La salita è molto pesante e le gambe diventano ancora più tese. Devo rallentare nuovamente, ma anche stavolta non mi fermo! Conto i minuti che mi separano dalla fine di questo maledetto miglio e piano piano passano.

Ora sono dentro Central Park al km 40. Di nuovo, folla immensa. Non so davvero come, ma trovo la forza di accelerare negli ultimi 2 km. Passo di fronte al Plaza Hotel e vedo il cartello che indica che mancano 800 metri. Sul mio viso ritorna il sorriso, nonostante i fortissimi dolori ad entrambe le gambe. Sento che in pochissimi minuti il mio sogno si realizzerà e potrò sfoggiare con orgoglio la mia medaglia.

Passo Columbus Circle, svolto a destra e rientro nel parco. Vedo il traguardo e lo passo. Alzo le braccia in segno di vittoria, ma subito devo portarmi le mani al volto per la fortissima emozione, immortalata in fotografie che rimarranno per sempre.

4 h 24 m 54 s.

Luca, 27 anni, maratoneta.

Maratón de Nueva York.

Realmente es muy difícil describir con palabras lo que he vivido.

Domingo 7 de Noviembre de 2010, corrí mi primera maratón, la maratón de Nueva York, pasando por todos los cinco barrios de Nueva York: Staten Island, Brooklyn, Queens, Bronx y Manhattan.

El despertador aquel día tocó a las 4:30. Pero tenía una hora más de sueño - o más bien, una hora más de no dormir! - por el cambio de hora.

A las 5 todos listos en el autobús que nos llevó desde el hotel, directamente al area del comienzo de la Maratón, cerca del puente Verrazano.

A mi llegada, antes de las 6 de la mañana, la tensión era ya muy alta, voy a la carpa en busca de refugio, por el frío, pero estaba ya muy llena de gente. Para pasar el tiempo, conversé con un oftalmólogo de Tennessee y un niño de mi ciudad en Italia, Piacenza. El mundo es muy pequeño! Después de la larga espera para ir al baño, ya llegaron las 9. Es la hora de hacer cola para llegar a los corrales, desde los corrales, nos trasladamos a la zona de salida, en la rampa del puente. Son las diez y unos minutos. Todos nos miramos y la emoción es increible. Sabemos todos que en unos minutos tendrá inicio nuestra aventura.

El cañonazo toca. En frente de mi, veo a miles de personas que comienzan a correr, por ahora puedo sólo caminar, tomará aproximadamente 2 minutos antes de que yo tambien pueda empezar a correr.

Aquí estamos, la maratón ya empezó! Tengo la suerte de llevar un cupo naranja, porque somos los que pasaremos por el nivel superior del puente. Un fuerte viento y un sol agradable, me empujan. Mirando hacia la izquierda veo los rascacielos de Manhattan, realmente pequeños! Me dije a mí mismo: "pero realmente tengo que llegar hasta alla?!"

En pocos minutos ya estoy en Brooklyn, muy bonito. Aqui me crucé con las primeras miles de personas que gritan. Sonrío y levanto mi dedo pulgar cuando pronuncian mi nombre. El público en realidad es de gran ayuda.

No me doy cuenta que pasan casi dos horas y ya me encuentro frente al puente Pulaski que conecta Brooklyn con Queens, exactamente el punto medio de la maratón. Me siento bien y afronto el puente a mi ritmo habitual.

Desde aqui veo a mi enemigo principal, el puente Queensboro, y en un par de millas estoy en su interior. No hay nadie alentándonos, sólo miles de corredores en el silencio más absurdo. La subida termina y comienza el descenso, como comienzan tambien los gritos de miles de personas, que nos dan la bienvenida a Manhattan.

Dos curvas y ya estoy en la Primera Avenida, un espectáculo único, música, gritos y un ruido increíble que nos acompaña.
Veo a mis padres, bajo la marcha, me acerco, les abrazo, lloro. Vuelvo en marcha de inmediato. Un momento de mi vida que nunca olvidaré.

Estoy de vuelta en la carrera, solo, aunque me encuentro entre los otros miles de corredores, con el apoyo de miles de personas a ambos lados de la carretera.

Es alli, en la milla 17, a unos 15 km para llegar, que comienzan los calambres. Ahora las subidas y las bajadas de la Primera Avenida son mucho más marcadas que en la primera parte. Las piernas empiezan a doler. Es difícil, pero continuo.

km 32, en Bronx, las piernas duelen mucho. Agua y Gatorade afortunadamente me ayudan por unos metros cada vez que los tomo y parece que el dolor disminuye ligeramente. Pero la mente esta siempre a la maxima altura de su fuerza.

Pienso que no importa el costo, no debo detenerme y en el Central Park hay una medalla que me espera, QUIERO esa medalla!

Vuelvo a Manhattan, a través del último odiado puente, y llego a otro momento difícil, quizás el más difícil junto con el puente de Queensboro, el km 37. Estudié bién el camino y la Quinta Avenida es recta, pero en este punto, hay más de un km de subida, cuando faltan unos 3 millas de la meta. La subida es pesada y mis piernas se ponen mas tensas. Tengo que seguir mas lento, a pesar de eso, esta vez tampoco me detengo! Cuento los minutos que me separan del final de esta maldita milla y poco a poco pasan.

Ahora estoy en Central Park en el km 40. Una vez más, gran multitud de gente. No sé como, pero encuentro la fuerza para acelerar en los últimos 2 km. Paso frente al Plaza Hotel y veo la señal que faltan 800 metros. Regresa la sonrisa en mi cara, a pesar del dolor extremo en las piernas. Siento que en pocos minutos mi sueño se realizará y podré mostrar con orgullo mi medalla.

Paso Columbus Circle, doblo a la derecha y vuelvo al Central Park. Veo la meta y la paso. Levanto los brazos en señal de victoria, pero tengo que llevarme las manos a la cara por la fuerte emoción, capturada en fotografías que permanecerán para siempre.

4 h 24 m 54 s.

Luca, 27 años, maratonista.